Chefchaouen, il villaggio blu del Marocco
Dopo aver vagato con la fantasia in direzione Chefchaouen, il villaggio blu del Marocco, sognando di camminare per le sue viuzze azzurre e fotografare ogni suo suggestivo angolino sono finalmente arrivata sulle montagne del Rif dove si trova questa cittadina, incastonata sul pendio, e sono rimasta a bocca aperta ed ho avuto risposta ad ogni mia domanda;
Indice
“Sarà davvero come si vede nelle foto?”
“Le porte delle case sono davvero dipinte così?”
“È tutto blu oppure solo alcune zone
E ora lo posso dire anche io; Chefchaouen, il villaggio blu del Marocco, è esattamente così come viene sempre mostrata e come ci si immagina, tutta dipinta.
Le case, le fontane, le porte, le strade sono di tante tonalità diverse, ma tutte blu. Immensamente blu.
Proprio per questo è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco e sebbene negli ultimi anni il turismo, anche di massa, abbia preso piede, la sua posizione fuori dagli itinerari più comuni ha permesso che rimanesse quasi incontaminata e mantenesse la sua bellezza mozzafiato.
Infatti l’unica “pecca” se così possiamo dire è che questa piccola perla, è lontana dalle grandi città e va raggiunta proprio con l’idea di raggiungerla.
Come arrivare a Chefchaouen
Il modo migliore per arrivare a Chefchaouen, il villaggio blu del Marocco, è in macchina.
Io ho prenotato un servizio di transfert, con driver, personalizzato e personalizzabile, door to door, con Tangier Taxi, che da Tangeri, appunto, ci ha accompagnato a Fes, permettendoci, con comodità, tranquillità, area condizionata e una connessione internet integrata, di fermarci per 3 ore anche a Chefchaouen.
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Per un viaggio tutto al femminile, come il nostro, questa è stata la scelta migliore, più sicura, e che ha avuto un perfetto compromesso qualità prezzo, rendendo possibile il sogno di vedere Chefchaouen, ma anche quello di passare tra strade di montagna, grandi vallate coltivate a grano, laghi dai colori brillanti, mercati locali e piccoli villaggi di pastori con minareti che puntellavano il paesaggio qua e là.
Chefchaouen è veramente piccolina, e se non si può soggiornare in città, in una mezza giornata è possibile visitarla con tranquillità e carpirne un po’ del suo cuore pulsate.
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Ecco così alcune proposte per voi:
La magia della città blu: escursione economica da Fez a Chefchaouen
Da Tangeri: Escursione di un giorno a Chefchaouen
Tour di 3 giorni delle città imperiali da Marrakech
Ecco ad esempio cosa è possibile fare:
- il primo passo in qualsiasi viaggio in qualsiasi città marocchina è viaggiare nella Medina, i sensi rimangono impigliati in ogni dettaglio, colore, sapore ed odore.
- Qui sarà possibile comprare ottimi e veramente local prodotti artigianali come borse, tappeti e spezie, ma soprattutto profumi e polveri colorate.
- Non bisogna dimenticare di passare al mercato delle donne, che si svolge a pochi passi dalla piazza principale, Uta al-Hammam, uno spazio che pullula di bar e bancarelle e dalla quale si snodano tutti i mille e caratteristici vicoli blu.
- La cinta da mura della Kasbah è stata sottoposta a consistenti interventi di restauro, oggi ospita un grazioso giardino, un piccolo Museo Etnografico e un’ancor più piccola galleria d’arte. Il panorama dalla torre della kasbah sopra la medina è magnifico.
- Si deve avere un solo imperativo categorico: perdersi. Bisogna seguire più l’istinto che la mappa e cercare gli angolini caratteristici da immortale, ma soprattutto da vivere.
- Il colore di Chefchaouen è magico. Negli edifici stretti uno all’altro si fondono suggestioni arabeggianti e andaluse, declinate in tinte pastello di azzurro, blu di Prussia, fiordaliso, oltremare, celeste e indaco che rendono fotogenico ogni angolo e ogni istante della vita quotidiana è pronta per essere fermata da uno scatto. Gli altri colori si annullano. Gli abitanti sembrano consapevoli di sembrare comparse dove il protagonista è solo uno: il blu.
Perché Chefchaouen è blu
Le case, le porte e le finestre di Chefchaouen, sono tutte dipinte di un luminoso blu, tanto amato e fotografato anche dal famoso Steve McCurry.
Ci sono diverse storie sull’origine del pittoresco colore della città e non esiste una teoria ufficiale.
La spiegazione più stimata è quella che farebbe risalire agli ebrei la scelta di dipingere di blu la città vecchia per simboleggiare il paradiso a cui aspiravano dopo essere fuggiti dall’Inquisizione Spagnola.
C’è anche la storia che attribuisce sempre agli ebrei il colore blu della città, simbolo del cielo e del paradiso, perché in fuga dalle leggi naziste intorno al 1933.
Poi c’è chi attribuisce il tipico colore blu della città antica di Chefchaouen ad un semplice fattore tecnico e cioè per tenere zanzare e moscerini lontani. Tali insetti notoriamente sono respinti dall’acqua e il colore blu pare riesca a sortire lo stesso effetto repellente.
Dove Mangiare
Ristorante Aladino
Si approda al ristorante Aladino dopo aver scartato altre proposte per due motivi: le tajine di sardine con limone confit che sono sensazionali e la terrazza panoramica che si apre sulla moschea e la piazza principale. Adatto al suo nome, il ristorante ha un’atmosfera romantica e incantevole, fiocamente illuminato da lanterne arabeggianti e disseminato di cuscini diventerà un angolo di pace e relax dopo aver camminato senza sosta tra le stradine e i su e giù delle scale di Chefchaouen.
Delizie dal mercato
Il mercato nei pressi di Ave Hassan II è un posto eccellente dove acquistare generi alimentari freschi come pesce, carne, frutta e verdura, ed è particolarmente affollato il lunedì e il giovedì, quando arrivano numerosi venditori da fuori Chefchaouen per vendere i prodotti freschi.
Tra le tante specialità locali che vale la pena di assaggiare consigliamo il profumato miele di montagna e il formaggio cremoso di latte di pecora, entrambi serviti per la prima colazione. Aggiungendo il dial makla (un tipo di pane) appena sfornato avrete tutti gli ingredienti per un delizioso picnic.
Fuori della Medina: cosa vedere
Oltre alla Medina, Chefchaouen regala tante possibili cose da visitare e fare in un solo giorno. La città blu, infatti, non è solo colore e artigianato: è la destinazione perfetta per chi ama il trekking in quanto da qui partono numerose escursioni alla scoperta di montagne, sorgenti e vallate.
Ma prima di immergersi nella natura c’è un’altra meraviglia da visitare: la Moschea Spagnola che si trova arroccata su una collina. Essendo non in servizio può essere visitata anche da non-musulmani e offre persino uno dei migliori punti panoramici di tutta la città.
Chi non avesse tempo e voglia di dedicarsi al trekking, può comunque raggiungere grazie a una passeggiata dal centro di Chefchaouen la cascata del fiume Ras el-Maa. Niente di eccezionale, ma è bella da vedere per il contesto in cui è inserita: un angolo di verde a ridosso delle mura della Medina.
… e dopo?
Poco lontano da Chefchaouen, il villaggio blu del Marocco, si allarga l’antichissima Fès. Ricca di storia e di cultura, che io avuto modo di visitare quasi in solitaria e con immenso stupore.
Tuttavia con il treno o con un tour in macchina si può arrivare a Marrakech, una citta’ veramente incredibile e piena di contrasti e meraviglie.
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