Uno dei motivi che mi ha spinto a portare #ripartiAMOitalia in Sicilia è stata Favara o meglio il Farm Cultural Park di Favara.

La Sicilia è una terra ricca di storia, cultura e incredibili bellezze naturali. Un mondo affascinante capace di meravigliare e di infondere infinito stupore la prima volta ed ogni volta, perché è impossibile poi smettere di tornare. La zona dell’agrigentino non è da meno.

Favara


Favara, 32 mila abitanti, è la rappresentazione reale della Pentesilea di Calvino, la città invisibile che ha solo periferie: un folle agglomerato di sobborghi concentrati, nati tutti abusivi, immensa escrescenza sul piccolissimo corpo della vecchia città – unica non abusiva, un tempo forse bella – fatto di piazza, Chiesa Madre, castello (ex casino di caccia di Federico II) e una decina di palazzi nobiliari.

Favara

Ed intorno case iniziate e non finite, quasi tutte senza intonaci, abitate parzialmente.

Un’immensità di incompiutezza e confusione. E lì nel mezzo, invece, è accaduto qualcosa di incredibilmente bello.  


Farm Cultural Park

Il Farm Cultural Park, inaugurato nel 2010, nato dalla mente della coppia formata da Florinda Saieva ed Andrea Bartoli, due cervelli non in fuga desiderosi di dare una nuova identità a Favara.

Il Farm Cultural Park  è un centro culturale e polo artistico polifunzionale. Si tratta del primo parco turistico in Sicilia, una galleria d’arte a cielo aperto, dove arte, cultura e rigenerazione urbana hanno dato alla città di Favara il titolo di nuovo centro artistico contemporaneo del Sud Italia.

Un vivacissimo cantiere artistico, dove si svolgono mostre permanenti di pittura, fotografia, musica ed eventi di ogni genere. Nel 2011 ha vinto il Premio Cultura di Gestione di Federculture e il Blog britannico “Purple Travel” l’ha nominato al 6° posto tra le 10 mete imperdibili per chi ama l’arte contemporanea, tra mete di tutto il mondo.

Il nucleo centrale del Farm è il Cortile Bentivegna formato da Sette Cortili, ovvero una sorta di Kasba divenuta, dopo anni di lavori, un’attrazione per tutti i viaggiatori di grande appeal.

Così, si può pensare di girare tra le coloratissime case del Farm Cultural Park, visitando le mostre al loro interno, dormendoci anche: tra le gallerie d’arte e i vari centri per artisti, si trovano infatti anche degli alberghi d’avanguardia. E se passeggiando tra le vie si può individuare una stravagante lumaca lillà che sale verticalmente su di una casa, saranno sicuramente le installazioni a stupire: coloratissime pareti, alcune rigate, altre con scritte, altre ancora arabescate. Una piscina, con una parola molto istintiva e d’impatto, una parete dedicata ai legami e alle donne realizzata da Alice Pasquini, fino a scorgere un grande elefante che attende all’ingresso.

Una cosa è certa: scegliendo di visitare Favara non mancheranno né lo stupore, né l’emozione. E neanche location veramente instagrammabili che desiderano solo di essere scoperte e vissute.


Generazione Bellezza


Emilio Casalini che di questo prezioso borgo parla nel suo programma “Generazione Bellezza” andato in onda su Rai3 e recuperabile su RaiPlay, e scoperto grazie a Tangibili Emozioni, descrive così Favara:


“Favara è il simbolo della bellezza che non vuole soccombere all’oceano della bruttezza, ma come un’isola resiste. Quando arrivi qui ti accoglie un oceano di cemento oscenamente illegale, frutto della speculazione edilizia che ha avvolto le vite degli abitanti, alienandole. Perché la bruttezza è alienante.

Grazie al sogno di due abitanti è nata una prima resistenza che poi ha iniziato ad espandersi come un’onda lenta di bellezza che va a contaminare – non a regredire – la bruttezza e tutto quello che rappresenta come voglia di non arrendersi a quello che sembra inevitabile.

C’è un sogno e speranza che crea economia, che mette a posto i palazzi, che genera nuovo benessere collegato alla bellezza, all’arte e alla felicità.”

Favara Farm Cultural Park

Il Farm Cultural Park è un luogo dove grazie all’arte e alla cultura si cerca di riqualificare un quartiere degradato e di regalare a Favara un presente ed un futuro migliori.  Como dovrebbe e potrebbe succede nella Sicilia tutta.


Dove mangiare

All’interno del Farm Cultural Park si trovano tanti risporantini e bar che offrono street food e curiosa caffetteria, ma anche in paese si trovano bellissime e golosissime realtà come “U’Maccicumi”.

“U’ Muccicumi, wine e food” mette letteralmente la Sicilia in tavola.

Il nome che in dialetto siciliano significa, il boccone. Ovvero l’assaggio, ma anche il mangiare con gusto; serve solo e soltanto prodotti tipici siciliani e preparati in una cucina “a vista” e accompagnati esclusivamente da vini prodotti in Sicilia sia locali come quelli della Casa Vinicola Morreale che le etichette “Mandrarossa”, famoso brand della cantina “Settesoli” di Menfi.

Favara dove mangiare

Sono stata accolta dal proprietario Giuseppe, intelligente e intuitivo, fa gli onori di casa offrendo olio, pane caldo fatto in casa e tanta cordialità. Essendo nel centro della Sicilia, poi, il consiglio è mangiare carne, maialino al forno o salsiccia, accompagnata da vino rosso locale sempre consigliato dal titolare.

I prezzi sono assolutamente adeguati per prodotti genuini e l’ottima qualità.

Come arrivare e dove parcheggiare


Bisogna prendere la SS 115 direzione Agrigento e proseguire fino a Contrada Mosella. Il modo più veloce per arrivare al Farm Cultural Park è inserire sul navigatore, come riferimento, “via Zanella”.


Se l’auto è il modo migliore per arrivare a Farm Cultural Park, sappi che puoi parcheggiare poco fuori il paese: avrai modo di goderti le stradine di Favara e lasciarti sorprendere arrivando a piedi. Se invece preferisci, poco distante, vicino alla Chiesa Madre, vi sono dei parcheggi a pagamento.

Favara farm cultural park

Post in collaborazione con Farm Cultural Park.