“Dove può un uomo acquistare conoscenze maggiori che a Roma? Dove si parlano tutte le lingue, si insegnano tutte le scienze, si incontrano gli uomini più saggi d’Europa, dove ogni pietra è un libro, ogni monumento un maestro.”  Richard Lassels

Qualche giorno fa ho ricevuto una splendida mail da parte dello staff di Grand Tour Collection, e a seguito di una chiacchierata telefonica, in cui ci è stato uno scambio di intenti, suggestioni e indirizzi comuni, ho ricevuto a casa i loro gioielli.

Grand Tour Collection

Grand Tour Collection è una linea di gioielli che nasce da un’idea di Roberto e Michela Borrazzi. Un mix perfetto di tradizione orafa ed innovazione che prende vita nella loro bottega, a quattro passi da Piazza Navona a Roma.

grand tour collection


Il colore e i materiali inediti, sono appositamente creati come base per un progetto in costante evoluzione, che proietta la collezione Grand Tour verso nuove ed inaspettate soluzioni di design.

La collezione s’ispira ai Grand Tour del XVII sec., alle opere d’arte del periodo neoclassico ed anche all’esperienza di quel passato rinnovato attraverso quel tocco geniale di modernità.

Tocco che aspira a far provare, a chi indossa questi gioielli, la medesima sensazione di stupore e meraviglia dell’epoca.

grand tour collection


Orecchini Multi Hore

Gli orecchini che ho ricevuto parlano di lusso che brilla attraverso i colori e la fattura. Nessun dettaglio è lasciato al caso. E’ quasi possibile vedere la mano del cesellatore che incide il duro materiale per dare vita ai personaggi.

Ogni orecchino ha 2 pendenti, di due colori diversi e con due scene diverse; nel mio caso Minerva e Medusa. Così compongono un incredibile e affascinante viaggio senza tempo nel mondo del mito che diventa gioiello da indossare in ogni occasione per renderci uniche ed originali come ogni donna è.

Il bonus del pacchetto che ho ricevuto sono invece gli orecchini con un pendente solo, in azzurro brillante, quasi fossero usciti da un quadro antico, che rappresentano “i venditori di amorini”.

grand tour collection


Il significato del termine Grand Tour

Con questo nome si intende il viaggio di istruzione, intrapreso dai rampolli delle case aristocratiche di tutta Europa, che aveva come fine la formazione del giovane gentiluomo attraverso il salutare esercizio del confronto.

Il termine tour, che soppianta quello di travel o journey o voyage, chiarisce come la moda di questo viaggio si specifichi in un ‘giro’ – particolarmente lungo e ampio e senza soluzione di continuità, con partenza e arrivo nello stesso luogo – che può attraversare anche i paesi continentali, ma ha come traguardo prediletto e irrinunciabile l’Italia, da nord a sud.

Studio e divertimento

Per il giovane rampollo il Gran Tour era anche l’occasione per conoscere il mondo esterno: partecipare alle sfarzose feste cittadine, mescolarsi alla gente del luogo e conoscere il lato più selvaggio della vita.

La meta finale del viaggio era solitamente l’Italia, con le sue innumerevoli tracce di civiltà passate e il numero impressionante di dipinti, affreschi e opere architettoniche.

Le tappe obbligatorie erano Milano, Venezia, Roma e Firenze, ma c’era chi si avventurava fino a Napoli, alla scoperta delle rovine di Pompei o ancora più giù, fino alla Sicilia e ai segni rimasti della cultura greca.

Gli spostamenti avvenivano sempre lungo un percorso ben definito dai precedenti viaggiatori: non era consigliabile infatti uscire da questi tragitti, per via dell’alto rischio di brigantaggio.

In mancanza di una vera rete di alberghi o strutture turistiche, i viaggiatori tendevano a sostare in locande o case private, segnalate spesso da amici o conoscenti che avevano fatto quell’esperienza prima di loro.

Gli schizzi del Grand Tour

Un’usanza dei giovani nobili era quella di viaggiare con i loro ritrattisti al seguito, così da poter far fare degli schizzi durante i loro viaggi (il concetto equivale a quello delle fotografie in viaggio odierne). Quando ciò non era possibile, i giovani commissionavano gli schizzi ad artisti locali.

Uno degli artisti più conosciuti a tal proposito, era il veneziano Giovanni Battista Piranesi, i cui dipinti sono stati tramandati dalle famiglie nobili fino ad oggi.

Tra i viaggiatori ce n’erano anche alcuni particolarmente creativi, che si cimentavano nella rappresentazione degli scenari italiani. Dopotutto, fare esperienza diretta dell’arte era il concetto di base per chi intraprendeva il Grand Tour.

Questo fortunato periodo sancì anche la nascita delle prime guide turistiche, molto diverse da quelle che conosciamo oggi, dove i consigli principali riguardavano l’igiene, il costo della vita, come non farsi “truffare” dai locali. E forse, alle volte, servirebbe ancora adesso…

I nomi illustri

I nomi illustrii che hanno deciso di intraprendere il celebre viaggio sono moltissimi: Montaigne, Stendhal, John Ruskin, il poeta Keats e persino la scrittrice Mary Shelley, autrice del Frankenstein.

Ma quelli che hanno lasciato maggiori tracce del loro passaggio sono forse il celebre scrittore Johann Wolfgang von Goethe e il poeta inglese George Gordon Bryon. I loro Grand Tour avranno itinerari molto diversi e anche motivazioni diametralmente opposte.

Se per Goethe si tratta essenzialmente di un viaggio in Italia alla scoperta delle bellezze artistiche e storiche, per Byron si tratta di un viaggio più turbolento, che parte dal Portogallo, passa per Venezia, ma giunge fino alla pericolosa Costantinopoli e alla straordinaria Grecia.

Grand Tour e la voglia di conoscenza


La voglia di conoscenza era tanta, non solo per quanto riguarda l’arte, ma anche la storia, la botanica, la mineralogia, la cucina, la moda. Un’idea romantica e mitica dell’Italia accompagnava i cuori dei giovani visitatori che, secondo molte testimonianze, non si lasciavano scappare anche qualche divertimento; le “sbronze” in compagnia erano all’ordine del giorno, gli incontri amorosi numerosi e fugaci.

Il gran tour non era solo “vedere”: significava entrare con tutti i sensi in modi di vivere, stili, modi di ragionare diversi da quelli di casa. Conoscere culture diverse, apprezzare, comprendere ciò che non appartiene al nostro quotidiano apre la mente, la rende elastica, permette di allargare le vedute.

Ed ecco che il gran tour diventa l’occasione d’oro per migliorare se stessi, perché cultura non è solo erudizione.

Grand tour e Milano

Quando ho dovuto scegliere una location per scattare le foto per Grand Tour Collection ho subito pensato al Cenacolo di Leonardo.

Nel trambusto di questi giorni la Lombardia è diventata zona arancione così da permettermi di attraversare la mia Milano.

grand tour collection

Ovviamente i musei e certi monumenti sono ancora chiusi, ma la meraviglia che evoca il Cenacolo la si porta addosso dalla prima vita. Ed immagino che questa fosse la sensazione dei giovani viaggiatori del Grand Tour appena arrivavano nel nostro paese.

Il Cenacolo di Leonardo


Racconta Giorgio Vasari, celebre storico del Rinascimento, che mentre dipingeva una delle sue opere più importanti a Milano, ovvero il Cenacolo, Leonardo da Vinci fu rimproverato più volte dal priore del monastero di Santa Maria delle Grazie, dove l’affresco si trova ancora.

Troppo spesso il prelato sorprendeva l’artista sfaccendato, anche per mezza giornata, senza pennello in mano e astratto in atteggiamento pensieroso.

Di quel sacerdote che gli stava col fiato sul collo, Leonardo si lamentò direttamente con il committente, il Duca di Milano Ludovico il Moro. Al mecenate “acuto e discreto”, Leonardo spiegò che “gl’ingegni elevati”, anche quando non lavorano, “più adoperano”. La cosa fece ridere tantissimo il Duca, che gli rispose che “avea mille ragioni”. Alla fine, Leonardo usò il volto dell’antipatico priore per ritrarre Giuda.

L’ironico aneddoto testimonia che il rapporto tra Leonardo da Vinci e Milano fu davvero stretto, com’è ancora provato dalle numerose opere lasciate dal genio toscano nella città dove visse più a lungo, dal 1482 al 1500. Qui l’artista, inviato da Lorenzo il Magnifico, portò il vento del Rinascimento e mise il suo “ingegno” artistico, militare e civile al servizio del ducato. E noi, oggi, da quel vento siamo ancora toccati e ne troviamo giovamento.

Se, quando sarà possibile vorrai visitare il Cenacolo Vinciano, Civitas, offre un tuor esclusivo.

Post in collaborazione con Grand Tour Collection.